Cena di Paolo Veronese

Cena di Paolo Veronese

COMUNICATO STAMPA

Basilica di Monte Berico, al via il restauro della monumentale Cena di Paolo Veronese.

L'intervento sul grande telero di proprietà comunale è stato offerto da Intesa Sanpaolo in occasione dei 30 anni del programma Restituzioni. Nei due anni di lavori previste visite guidate al cantiere aperto e iniziative dedicate al grande artista.

Martedì 2 luglio, è stato annunciato al Santuario della Madonna di Monte Berico a Vicenza l’avvio del restauro della Cena di San Gregorio Magno, il monumentale dipinto su tela di Paolo Veronese. 

Il restauro conservativo dell’opera di proprietà del Comune di Vicenza prenderà il via a settembre e terminerà entro il 2021. L'intervento è stato generosamente offerto da Intesa Sanpaolo in occasione dei 30 anni di Restituzioni, il progetto che, avviato nel 1989 proprio a Vicenza, ha permesso di restaurare oltre 1300 opere del patrimonio pubblico in tutto il Paese. 

La Soprintendenza realizzerà le indagini preliminari al restauro e dirigerà l’intervento con la collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.   

La Cena di San Gregorio Magno, opera del 1572 di Paolo Caliari detto Il Veronese, adorna la parete di fondo dell’antico refettorio del Santuario di Santa Maria di Monte Berico; il dipinto, di dimensioni monumentali (cm 4,45 x 8,78 per un totale di circa 39 mq), è considerato uno dei capolavori della maturità del Veronese, primario esponente del Rinascimento italiano e, insieme al Tiziano e al Tintoretto, della pittura veneziana cinquecentesca.

Tra tutte, la Cena di San Gregorio Magno è l’unica ancora conservata nel luogo per il quale fu creata. La scena rappresenta una delle cene che San Gregorio soleva offrire ai pellegrini, durante la quale accanto al pontefice, per premiarne la carità, appare Gesù.

Lo stato conservativo del dipinto porta i segni della sua storia travagliata: il 10 giugno 1848, durante la prima guerra d’indipendenza, la tela fu lacerata dai soldati austriaci in 32 pezzi e sottoposta, in seguito, ad un primo restauro voluto dall’imperatore Francesco Giuseppe e a successivi parziali interventi.

Il restauro, a cura di Valentina Piovan sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Verona, Rovigo e Vicenza, sarà avviato nel mesedi settembre 2019 con una campagna di indagini preliminari a cura della Soprintendenza, che mirerà a indagare aspetti non ancora esplorati del capolavoro di Veronese. L’opera sarà studiata sia da un punto di vista storico-conservativo attraverso il controllo delle fonti documentarie, iconografiche e il confronto con altre opere dell’autore, sia da un punto di vista scientifico con la verifica puntuale attraverso indagini chimiche e fisiche a supporto dell’intervento di restauro.

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