Il volume, curato dal Soprintendente Fabrizio Magani, dal Prof. Sergio Marinelli dell’Università veneziana Cà Foscari e da Luca Fabbri, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza, raccoglie in maniera esaustiva le schede biografiche e di critica storico-artistica dei pittori veronesi del Seicento.
Un libro che ha alle spalle l’esperienza di anni di lavoro della Soprintendenza veronese, con la catalogazione delle opere e le campagne fotografiche, la cui morfologia si è costruita come unica forma possibile della conoscenza storico artistica, nel territorio come concreta geografia fisica. Anche il progetto sul Seicento veronese è una delle tante riflessioni sui luoghi che la Soprintendenza tratta, come fosse un’architettura di materiali locali da rendere durevoli partendo dalle fonti primarie della loro conoscenza, messi al centro di un’idea di sostenibilità sul piano della cultura.
Una peculiarità, quella del Seicento veronese, che ha una caratteristica ambientale rispetto ad altri centri del Veneto, un’organizzazione di reti e relazioni tra artisti tale da farci pensare a una diversità, tanto evidente oggi che siamo riusciti almeno ad arginare la rimozione dell’argomento dagli studi.
Il volume prosegue idealmente la ricognizione sul Settecento con I pittori dell’Accademia di Verona (2011) e, ancora una volta, vanno ricordati coloro che hanno reso possibile questo risultato: il gruppo Agsm, l’Accademia di Belle Arti, il Comune di Verona, con la partecipazione speciale del Museo di Castelvecchio, in particolare le diocesi di Verona e di Bergamo, con le importanti organizzazioni dei loro uffici beni culturali, che hanno permesso di completare i nostri riferimenti sulle arti ecclesiastiche del territorio.