Evento organizzato in occasione dei 60 anni della Carta del restauro di Venezia
Sabato 28 e domenica 29 settembre 2024 tornano le GEP – Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days), la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa. Il tema di quest’anno è “Patrimonio in cammino”, un invito a scoprire e riscoprire cammini, luoghi, vie di comunicazione, connessioni e reti che, oggi o in passato, hanno reso possibili relazioni e scambi fra i popoli e le culture e contribuito alla formazione della nostra identità.
Nelle due giornate, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza apre straordinariamente al pubblico con la mostra: IL MONUMENTO PER L’UOMO. La Carta di Venezia e il Congresso internazionale del 1964, a cura dei funzionari architetti Silvia Dandria e Marco Cofani, e dell’Arch. Michele De Mori in collaborazione con l’Associazione Archivio Piero Gazzola.
L’apertura straordinaria per le Giornate Europee del Patrimonio, con visite guidate gratuite alla mostra a cura del personale della Soprintendenza, è prevista il sabato 28 e la domenica 29 settembre con i seguenti orari:
sabato dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00
domenica dalle 9:00 alle 13:00
La mostra ripercorre l'organizzazione del II Congresso Internazionale degli Architetti, tenutosi a Venezia tra il 25 e il 31 maggio 1964, attraverso le fonti documentarie d'archivio, la rassegna stampa e una ricca documentazione fotografica dell'epoca rivenute grazie alla collaborazione con l’Associazione Archivio Piero Gazzola di Verona e presso gli archivi della Soprintendenza di Venezia.
L’evento ebbe un grande risalto internazionale perché vide la partecipazione di 61 paesi e più di 600 specialisti del settore. Fu promosso, sotto l’egida dell’UNESCO e dell’ICCROM, dal Ministero della Pubblica Istruzione, che all'epoca era il dicastero delegato alla tutela del patrimonio culturale prima dell'istituzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nella persona del Ministro Luigi Gui e soprattutto nella figura di Guglielmo de Angelis d'Ossat, Direttore generale Antichità e Belle Arti, il quale, in occasione del I Convegno Internazionale organizzato a Parigi nel 1957, propose di svolgere un II Congresso in Italia a carico della delegazione italiana.
L'organizzatore del congresso e il responsabile dei contenuti fu Piero Gazzola, Soprintendente di Verona e persona di rilievo internazionale. L'intento fu quello di costruire un tavolo di lavoro e di confronto perché “rimarginate le ferite della guerra, si era affrontato un periodo di intensa attività, mosso anche da un eccezionale sviluppo economico, senza che la cultura avesse potuto essere adeguatamente impegnata per indirizzare le iniziative, per portare il proprio contributo di pensiero a tale sviluppo il più delle volte mostruoso e incontrollato", citando direttamente Gazzola.
In questo senso i tavoli di lavoro e le cinque sezioni che vengono organizzate si interrogano su quale sia il ruolo del patrimonio culturale nella vita contemporanea e proprio da questa riflessione derivò anche il titolo degli atti di tale convegno, ovvero "Il monumento per l'uomo", cioè il ruolo del patrimonio culturale all'interno della vita dell'uomo e delle comunità.
In questo ambito, Piero Gazzola e Roberto Pane proposero di scrivere una nuova Carta del Restauro che sanciva e definiva la finalità dell'intervento del restauro. I temi principali che emersero furono l'urgenza e la necessità di garantire l'autenticità e la conservazione della materia di cui erano costituiti i monumenti e quindi di non ricorrere a ricostruzioni e falsificazioni, secondo un approccio scientifico delle scelte di intervento. Si riflesse anche sull'ambiente del monumento, ovvero il suo contesto e il rapporto tra monumento e luogo in cui esso era inserito.
Il punto di partenza fu una revisione di quella che era l'ultima Carta italiana del Restauro del 1932 che fu analizzata da Pane e da Gazzola e, all'interno del convegno durante la prima sessione, con i contributi fattivi di altri specialisti (tra cui il belga Raymond Lemaire e il francese Paul Philippot) venne stesa una nuova Carta del Restauro.
Questa esposizione che si offre oggi al pubblico si occupa anche di raccontare la mostra del restauro a Palazzo Grassi organizzata una da Pietro Sanpaolesi, allora direttore dell'Istituto del Restauro di Firenze, che accompagnava il congresso. In quella occasione furono presentati più di 500 casi di restauri svolti dal dopoguerra in poi, tra i quali 180 cantieri italiani e altri casi europei, ma non solo, relativi anche a recuperi urbani, introducendo così il tema della conservazione attiva del patrimonio culturale e del restauro all'interno della pianificazione urbanistica.
La mostra rimarrà aperta al pubblico con ingresso libero fino al 31 dicembre, con il seguente orario:
dal lunedì al giovedì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30.